Riconoscere gli alberi

| Difficoltà: per escursionisti |
| Lunghezza: 14 km |
| Dislivello: 600 metri |

E’ questo un percorso impegnativo che permette di immergersi nella vegetazione e nella natura dell’Appennino, incontrando sia la tipica vegetazione appenninica sia quella cresciuta a seguito di vari interventi di rimboschimento operati dall’uomo.

Il sentiero n. 323 inizia in prossimità dell’ospedale di Premilcuore, dietro all’Albergo Rocchetta e, per un breve tratto, si snoda su un tracciato caratterizzato dalla “Via Crucis” per poi passare da una pineta con alberi di circa sessant’anni, per raggiungere i ruderi della casa Vetreta (dove, nonostante la quota, fino agli anni 70 del secolo scorso veniva coltivata una vigna).

Si prosegue in mezzo a boschi cedui, raggiungendo i pascoli di Pian Segni, ancora attivi per i cavalli del maneggio Ridolla.

Attraversato il pascolo, la salita continua per arrivare alla pista forestale che dalla sommità della Valbura porta a San Benedetto in Alpe. Si segue sempre la pista 401/319 per circa 4 Km chilometri e, al bivio di Poggio Cavallaro, ci si tiene a sinistra per raggiungere l’omonimo rifugio forestale costruito nel 1968.

Lasciato il rifugio, sulla nostra destra, si inizia a scendere e, dopo avere incontrato un rimboschimento, di abete prima e in seguito di pini, arriviamo, dopo una serie di tornanti, al rudere della casa di Bruscheto, dove immediatamente dopo saremo sovrastati da un notevole rimboschimento di abete americano piantato nel 1936 sul terreno di un vecchio castagneto da frutto (ancora presenti e ben visibili le ceppaie dei castagni secolari).

Continuando la discesa, arriviamo ad attraversare la strada Provinciale che porta a Firenze, attraversata la quale si scende fino ad attraversare con un ponticello il fiume Rabbi.

A questo punto, girando a sinistra, si percorre il sentiero n.317 e la via Fiorentina come descritto nel sentiero n. 5 (“Sulle tracce del lupo”).